Il Governo Letta sta definendo gli ultimi dettagli del Decreto Imu, il decreto che dovrà sancire, in via ufficiale, la cancellazione della seconda rata dell’Imu. Si tratta di un provvedimento importante che andrà a vantaggio dei proprietari di una sola casa utilizzata come abitazione principale, ma non di chi possiede una casa al mare o in montagna o comunque una casa non affittata.
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Infatti, si pensa che per il reperimento delle risorse necessarie per la cancellazione dell’Imposta Municipale sugli Immobili, circa 2,4 miliardi di euro, sia necessario reintrodurre l’Irpef fondiaria sulle abitazioni non locate, ossia una tassa che colpisce la rendita catastale degli immobili, norma che era stata cancellata dal provvedimento preso dal Governo Monti che ha introdotto l’Imu.
Lo stesso problema si presenterà al Governo, a prescindere della reintroduzione o meno dell’Irpef fondiaria, per la cancellazione anche della seconda rata dell’Imu, per la quale il governo ha preso un impegno politico. I tempi sono stretti e servono circa altri due miliardi di euro, che si dovranno cercare da altre parti.
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La novità è che, se la tassa verrà introdotta con l’entrata in vigore del Decreto Imu, si applicherà solo al 50% della rendita catastale totale, da applicarsi con effetto retroattivo a tutto il 2013 (come se la norma fosse entrata in vigore il 1 gennaio 2013).
Cos’è e come funziona l’Irpef sulle rendite catastali
Se verrà approvata anche in sede di CdM, le rendite catastali derivanti dal possesso di immobili ad uso abitativo saranno tassate – il contribuente vedrà il conto da pagare in sede di presentazione del Modello unico o del 730 – come so fossero dei redditi del contribuente. Ma la tassa verrà applicata solo al 50% della rendita catastale dell’immobile, che subirà una rivalutazione del 5% se l’abitazione è residenza di un familiare o di un comproprietario e del 33,3% se l’immobile è tenuto a disposizione (come, appunto, le case al mare o in montagna).
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Quindi, quanto si potrebbe pagare di Irpef fondiaria?
Se il testo del Decreto Imu verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale così com’è, ossia con la reintroduzione dell’Irpef fondiaria, i contribuenti che hanno una seconda casa si troveranno a dover sborsare un bel po’ di euro.
Case sfitte
Se il contribuente è in possesso di una casa nella quale non abita e che non ha dato in uso a nessun altro, come accade per le case vacanza che sono tenute a disposizione, considerando 1.000 euro di rendita catastale, che saranno considerati come reddito e come tali assoggettati a tassazione, l’imponibile risulterà di 698 euro.
I dettagli degli aumenti li ha ipotizzati il Corriere della Sera, prendendo in considerazione diverse tipologie di immobili in 8 grandi città italiane: per un trilocale di 8o metri quadri classificato in classe catastale A/3 e posseduto da un contribuente con altri redditi imponibili per 30 mila euro, l’incremento rispetto all’Imu versata nel 2012 va dai 94 euro di Palermo ai 368 euro di Roma; se si considera, invece, un immobile di quattro locali di circa 110 metri in classe A/2, di proprietà di un contribuente con un reddito di euro, l’aumento va dai 204 euro a Palermo gli 828 di Torino, con Milano che farebbe registrare un + 677 euro e Roma + 635.
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Case date ai figli
Se si ha una seconda casa di proprietà, considerando una rendita catastale pari a 1.000 euro, ma invece di tenerla a disposizione la si dà in uso, ad esempio, ad un figlio, l’imponibile del contribuente in fase di dichiarazione dei redditi potrebbe aumentare di 525 euro.