La deflazione è esattamente l’opposto dell’inflazione, ma ha effetti più devastanti in alcune economie. I prezzi stanno diminuendo nei paesi più deboli dell’area euro. Quelli al consumo stanno scendendo a Cipro, Grecia e Spagna e sono vicini allo zero in altri paesi comprese Italia e Irlanda, dove la variazione anno su anno era del -0,1% a marzo.
Il pensiero è che con merce meno cara converrebbe all’economia. Quando i prezzi scendono la gente compra di più ma non se si aspetta che i prezzi scendano ancora. Non vengono acquistati principalmente servizi e beni durevoli come elettrodomestici, case e auto poiché preferiscono aspettare. Questo ha influenza negativa sui flussi di cassa e i profitti delle aziende, che devono licenziare personale.
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La disoccupazione aumenta, invece che scendere, il che produce una spesa ancora inferiore dei beni e dei servizi, nell’ambito di un circolo vizioso che porta a una depressione economica contraddistinta da scorte in esubero e merce invenduta nonostante nuove diminuzioni dei prezzi.
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Anche le proprietà immobiliari e il debito perdono valore, con i debitori che si troveranno a ripagare ai creditori il debito come i mutui accesi a un valore maggiore rispetto a quello chiesto in prestito. In un’economia come quella irlandese, ad esempio, il rapporto tra debito familiare privato e reddito disponibile è di circa il 196%, mentre in Inghilterra è di circa il 140% e in Usa del 120%.
Ogni modifica radicale di quel livello avrebbe un effetto funesto nei mercati immobiliari, ma anche nella crescita economica e nel ripagamento dei debiti privati.