Si giunge ad una manovra di salvataggio in extremis per le leggi di attuazione della delega fiscale poche ore prima della scadenza.
Il Consiglio dei ministri ha approvato cinque decreti su evasione, questioni penali, contenzioso tributario, Agenzie fiscali e riscossione. Una delega varata tre ore prima della mezzanotte, ma che appare mutilata dopo il rinvio della riforma del catasto all’autunno. Inoltre, dice lo stesso Renzi, sulla “questione giochi – ma vale anche per il catasto – il lavoro fatto dai gruppi di lavoro è positivo e interessante, noi lo abbiamo tenuto pronto per eventuali interventi, se necessario sia in legge di stabilità che altrove”. Ma, conclude: “Non ci sembrava il caso di aprire adesso un decreto perché ancora non era maturo il dibattito sul punto di merito. Ci sono lavori preparatori, se necessario li utilizzeremo”.
A seguito del vespaio di polemiche che ha accompagnato la prima versione della norma, che introduceva la famigerata soglia “salva-Berlusconi” con l’impunibilità delle frodi fiscali sotto il 3% del fatturato di un’azienda, si attendeva la marcia indietro del governo. L’esecutivo ha deciso di far saltare quella soglia e tornare alla punibilità di tutte le frodi fiscali. Cerca poi di snellire le procedure, evitando che parta il procedimento penale se il contribuente in fallo aderisce all’accertamento. Il contribuente, infatti, avrà un anno di tempo per presentare la sua dichiarazione ottenendo una sanzione ridotta: la multa dovrebbe oscillare tra il 60% e il 120% del dovuto. Si va poi verso una riduzione del 20% della sanzione se la maggiore imposta o il minore credito accertati sono inferiori al limite del 3% di quando dichiarato e comunque inferiori a 30mila euro.