Continua a farsi sentire il pericolo di deflazione. La commissione Europea, ieri, ha pubblicato i risultati sull’inflazione dell’Area dell’Euro. La situazione è in netto peggioramento nonché sempre più lontana dai famosi target BCE che implicano un tasso inflattivo pari al 2%.
La Commissione ha rivalutato al ribasso le sue previsioni CPI per il 2014 all’1% dall’1,5% che rappresentava la proiezione fino a qualche mese fa.
Sempre a livello previsionale (con tutte le obiezioni del caso) si va ad ipotizzare un tasso inflazione pari all’ 1.3% per il 2015.
Il grafico sottostante mette in evidenza le chiare discrasie all’interno dell’Eurozona.
Questo il parere della Commissione:
L’inflazione potrebbe risultare anche inferiore a quanto previsto dal nostro scenario. Questo potrebbe influenzare i tassi di interesse reali, colpire la domanda e aumentare l’onere reale del debito.
In Paesi come l’Italia, i quali naturalmente hanno una forte esposizione verso il debito pubblico, quest’ultimo è un forte problema. Infatti è evidente che l’inflazione è “amica” del debito mentre la deflazione è un problema.
Ed è un problema ancora più grande dal momento che il rapporto debito pubblico PIL dell’Eurozona salirà quest’anno al 95%, con deficit che non sono certo da sottovalutare.
I Paesi sono chiamati a fare la propria parte. Idem la Bce.
Le stime sulla disoccupazione
Intanto, peggiorano le stime Ue della disoccupazione in Italia che quest’anno sale a 12,6% e nel 2015 a 12,4% grazie all’economia che si rafforza. A novembre Bruxelles prevedeva rispettivamente 12,4% e 12,1%. «Con condizioni del mercato del lavoro ancora difficili, i consumi privati crescono solo marginalmente», scrive la Commissione Ue.