Preoccupa il dato della disoccupazione giovanile (15-24 anni). Nel 2014, sulla scia di un’incremento generale, il tasso aumenta di 0,7 punti. Ancora una volta, inoltre, la situazione è particolarmente critica a Sud. Il meridione rimane l’area con più inoccupati. Il numero, in totale, è salito vertiginosamente. Basti pensare che rispetto al 2008, ci sono un milione di inoccupati in più.
Anche questo tasso è aumentato, salendo al 42,4%, per un incremento di 0,7 punti percentuali in confronto al mese precedente e di 4,0 punti nel raffronto da operare con l’anno precedente . Nel 2013 gli occupati sono diminuiti di 478 mila (-2,1%) rispetto al 2012, ovvero di quasi mezzo milione.Tra il 2008 e il 2013, gli anni della crisi, si contano 984 mila occupati in meno, ovvero quasi un milione. Solo tra il 2012 e il 2013 l’occupazione italiana cala di 500 mila unità, con una discesa del tasso di occupazione dal 60,6% del 2012 al 58,1% del 2013.
Meridione
Nella media del 2013 il numero di occupati è diminuito di 478.000 unità. Ciò equivale ad una flessione del 2,1%. Lo afferma anche in questo caso l’Istat, precisando che la riduzione resta più forte nelle regioni meridionali (-4,6%, pari a -282.000 unità): se la disoccupazione nella media del 2013 ha raggiunto un tasso del 12,2%, nel Mezzogiorno si registra un tasso del 19,7%.
Nella media 2013 i disoccupati erano 3,1 milioni (+13,4%) con un aumento principalmente per gli uomini (+15,8%) mentre per le donne si registra un aumento del 10,7%.
Torna a diminuire nel 2013 anche il lavoro precario, definito dall’Istat come lavoro atipico: se i dipendenti a tempo indeterminato sono 190 mila in meno, quelli a tempo determinato sono in calo di 197 mila unità in un anno. Il tasso di inattività nella media 2013 sale al 36,5%, con un incremento di 0,2 punti percentuali.