Quest’anno il tasso di disoccupazione salirà ai massimi dal dopo-guerra, al 12,6% dal 12,2% del 2013. Ad affermarlo è il Fmi, che evidenzia che la disoccupazione resterà a due cifre fino al 2017 (12,0% nel 2015, 11,3% nel 2016, 10,5% nel 2017). Perciò secondo il Fondo, serve un’azione più forte per creare di posti di lavoro.
La riforma del mercato del lavoro – chiarisce il Fmi – è uno dei presupposti dell’agenda Renzi’’ con il “Jobs Act”, ma «le difficili prospettive per il lavoro e la produttività stagnate richiedono un’azione più radicale». Kenneth Kan, capo della missione di ricognizione in Italia del Fondo monetario internazionale, ha evidenziato la rilevanza per l’Italia di una legge elettorale. «La legge elettorale funziona da supporto per le altre riforme – ha detto Kan – che dipendono da passaggi parlamentari».
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«L’economia italiana – scrive il Fmi nel documento di analisti sull’Italia – lotta ancora per uscire dalla recessione ma i sondaggi più recenti e la solidità dell’export indicano un miglioramento graduale nei prossimi trimestri». L’Fmi prevede per il 2015 un aumento del Pil pari all’1,1%, grazie al miglioramento delle condizioni del credito e per gli effetti delle misure della Bce.
E lancia l’allarme sui conti pubblici. «La spendig review è uno strumento importante», ma le analisi consigliano che «ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l’elevata spesa per le pensioni».
«Nell’ambito dei loro sforzi, le autorità italiane hanno avviato una spending review per identificare aree di potenziali risparmi»: è uno «strumento importante per migliorare l’efficienza pubblica. Le analisi suggeriscono che ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l’elevata spesa previdenziale».