Il taglio degli incentivi alle assunzioni rappresenta un brutto colpo per la crescita dell’occupazione. A dimostrazione che più del Jobs Act e della flessibilità sul mercato del lavoro ad essere efficaci erano gli sgravi fiscali da 8mila euro l’anno per ogni assunzione a tempo indeterminato garantiti dalla legge di Stabilità 2015.
Da gennaio lo sconto è calato a 3.250 euro l’euro e l’effetto è stato immediato: la disoccupazione a febbraio è cresciuta attestandosi all’11,7% (11,5% il mese scorso, 12,2% a febbraio 2015). Certo l’Istat lo ha recepito un mese dopo, ma solo per le sue modalità di rilevazione che si basano su interviste settimanali, ma i dati Inps sull’attivazione di nuovi contratti avevano già registrato il boom di dicembre e il crollo di gennaio. In sostanza le imprese hanno accelerato le assunzioni alla fine dello scorso anno per usufruire degli sgravi fiscali: un dato che ha dunque avuto effetti positivi sulle rilevazioni Istat di gennaio.
A febbraio, il tasso di disoccupazione è salito all’11,7%, ma a preoccupare gli addetti ai lavori è soprattutto il calo degli occupati – tornato ai livelli di dicembre – e l’aumento degli inattivi (soprattutto tra le donne): l’Istat, infatti, stima che i disoccupati a febbraio siano aumentati di circa 7.000 unità, con una crescita percentuale dello 0,3%, mentre gli occupati sono 97mila in meno. “Dopo la forte crescita registrata a gennaio 2016 (+0,7%, pari a +98 mila) – scrivono i tecnici dell’Istat – presumibilmente associata al meccanismo di incentivi introdotto dalla legge di Stabilità 2015, il calo registrato nell’ultimo mese riporta la stima dei dipendenti permanenti ai livelli di dicembre 2015”.