Gli investitori più evoluti si affidano alla diversificazione. In ogni caso, come spiegano gli esperti, l’asset allocation ideale è fatto da una giusta combinazione di attivi di qualità e non tanto nella quantità delle tipologie di investimento: quindi, per ottimizzare il profilo di rischio del portafoglio è necessario indirizzarsi su un’accorta e inflessibile differenziazione degli attivi e non su un più o meno ordinato accumulo di esposizioni in più classi di investimento.
Il vero problema sta nelle correlazioni, cioè nell’andamento in linea (correlato) o meno (decorrelato) con il trend di fondo dei mercati finanziari. Alcuni esempi realistici di cosa indichi essere correlato ai mercati è desumibile dalle performance avutesi nella prima settimana di agosto dalle diverse asset class.
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Tra il 5 e l’8 agosto, infatti, l’indice Eurostoxx perdeva il 2%, il Nikkei 225 di Tokyo perdeva il 3,5% e l’S&P500 guadagnava lo 0,5%; l’oro riacquistava l’1,97% del suo valore e il petrolio era in crescita dello 0,5%; lo yen giapponese guadagnava lo 0,7% e la sterlina inglese lo 0,35% mentre il dollaro USA retrocedeva dello 0,1%.
Trend che attestano come una giusta separazione delle diverse asset class consenta di limitare al minimo gli effetti delle correlazioni con i mercati finanziari in virtù delle dinamiche che dominano i prezzi delle diverse asset class sia all’interno della propria macro categoria (azioni, obbligazioni, materie prime, valute) e sia in assoluto.
“Nel complesso, il 2014 ha sinora dimostrato l’importanza di mantenere un approccio diversificato all’investimento obbligazionario globale. Continuiamo a ravvisare buone opportunità per gli investitori che godono della flessibilità tattica necessaria per trarre vantaggio dagli squilibri di valore relativo nei mercati obbligazionari globali” spiega Eve Tournier Executive Vice President Responsabile della Gestione Pan-European Credit Portfolio di PIMCO.