Il presidente della BCE non deve aver preso di buon grado le critiche mosse in questi ultimi mesi alla banca centrale europea. Mario Draghi a differenza dei suoi omologhi cinesi e statunitensi, ha deciso di non abbassare nuovamente i tassi e non fomentare la guerra di valute.
►Lo spread futuro non è un problema
Una scelta molto discussa in seno all’UE ma alla fine accettata come qualcosa di ineludibile, al punto che si è perso di vista un discorso molto importante di Draghi, fatto in occasione della conferenza stampa del 4 aprile scorso.
Secondo Maurizio Blondet, il governatore della BCE avrebbe usato delle parole molto forti per spiegare la situazione valutaria del Vecchio Continente e per dare qualche segnale deciso a chi si preoccupa se l’uno o l’altro paese usciranno dalla moneta unica.
►Come spingono la crescita gli Stati Uniti e il Giappone
Un giornalista del sito Zero Hedge, infatti, ha deciso di porre una domanda molto particolare a Draghi: gli ha chiesto se esiste a livello comunitario una strategia o degli strumenti per evitare il crollo del sistema Europa qualora uno degli stati in crisi, per esempio la Grecia, la Spagna o Cipro, decidano di abbandonare l’euro.
Secondo Draghi si è trattato di un quesito molto ipotetico posto senza considerare il ruolo e l’importanza della moneta unica. Tutti sottovalutano la resistenza dell’euro, in realtà, secondo Draghi, questa valuta resisterà perché serve a sostenere la classe politica che ha investito tutto nell’euro.