Durante la conferenza di ieri, il governatore della Bce Mario Draghi ha spiegato che l’inflazione resterà molto basso o ancora negativa durante i prossimi mesi.
Sarà successivamente previsto un rialzo dei tassi alla fine del 2015 e ulteriormente in aumento nel 2016 e 2017.
Draghi si è anche espresso sulla Grecia, impegnata nelle trattative con la Ue per avere i finanziamenti internazionali in cambio di riforme. “La liquidità alla Grecia non ha scadenza”, ha detto in merito al supporto della Bce ad Atene, “ma tutto dipende dalle decisioni del governo ellenico”. Rispondendo alle domande su un possibile default, Draghi ha ribadito: “Non voglio nemmeno prendere in considerazione questa ipotesi”, aggiungendo che “secondo quanto afferma il governo greco, non lo prendono in considerazione nemmeno loro. Non voglio discutere questo tipo di ipotesi”.
Alla politica, Draghi ha chiesto di “andare avanti con le riforme del mercato del lavoro”: servono per “aumentare gli investimenti, alimentare la creazione di posti di lavoro e aumentare la produttività, le riforme del mercato del lavoro e azioni per migliorare l’ambiente in cui si muovono le imprese devono guadagnare slancio in diversi Paesi”. Significativo il passaggio nel qualae ha detto che alcuni tipi di riforme hanno penalizzato i giovani, scaricando su di loro tutta la flessibilità, in modo “sciagurato”.
Durante il board, la Banca centrale europea come da attese ha deciso di lasciare il tasso principale di rifinanziamento al minimo storico dello 0,05%. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano rispettivamente allo 0,30% e -0,20%. Si registra anche la decisione di ampliare la platea delle agenzie del settore pubblico le cui emissioni obbligazionarie possono rientrare nel Quantitative easing, includendo anche Cassa depositi e prestiti italiana.