“L’Italia non può che dar la colpa a se stessa”, è quanto affermato da Mario Draghi, dopo aver analizzato la terza recessione in cui l’Italia è ricaduta dal 2008.
Il presidente della Banca Centrale Europea ha individuato la causa di quanto accaduto nella penuria di riforme strutturali, dopo che i dati italiani hanno fatto vedere come la terza più grande economia della zona euro, si sia all’improvviso contratta nel secondo trimestre del 2014. I commenti fatti nella conferenza stampa mensile da Draghi sono giunti in anticipo rispetto a quelli del premier Matteo Renzi, che ha avuto un successo elettorale proprio per muoversi con più rapidità sul terreno delle riforme.
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“In realtà continuo a dire sempre la stessa cosa e cioè l’Italia deve riformare tutti i settori della sua vita pubblica. Riforme nel mercato del lavoro, nei mercati dei prodotti, nella competizione, nella magistratura, e così via. Perché sono queste le riforme che in realtà hanno dimostrato di portare un beneficio nell’immediato”. Le analisi sull’Italia sono state molto critiche, ponendola a confronto con paesi come la Spagna, che si sono impegnati in altri aggiustamenti strutturali. “Draghi ha fatto un forte richiamo all’Italia, per le riforme strutturali, sottolineando che le economie dei paesi che hanno affrontato in modo serio le riforme stanno mostrando una performance economica più forte rispetto alla media della zona euro”, ha affermato Riccardo Barbieri, capo economista presso la sede londinese di Mizuho International. “Questo suona come una forte critica verso l’approccio adottato dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi”.