Dal primo d’ottobre, Andrea Guerra diventerà il presidente esecutivo di Eataly con l’obiettivo di accompagnare l’azienda fondata da Oscar Farinetti in Borsa.
Ma a differenza di quanto fatto quando lavorava in Luxottica (e prima ancora in Merloni), Guerra questa volta è anche azionista con il 5% e non ha voluto accentrare su di sé tutte le deleghe. Lui che l’amministratore delegato l’ha fatto per 14 anni di fila, ora vuole avere più margine di manovra, occuparsi direttamente di certe attività come lo sviluppo, e lasciare a Luca Baffigo Filangieri – amico di famiglia e socio storico di Farinetti, la poltrona di amministratore delegato. Ma una volta che assumerà formalmente l’incarico in Eataly, Guerra ha intenzione di lasciare anche il suo ruolo di consigliere economico di Renzi, per non creare imbarazzi nè per il premier nè per l’azienda che si appresta ad accompagnare a Piazza Affari.
Baffigo Filangieri insieme alla moglie alla moglie Elisa Miroglio è proprietario del 20% del gruppo, Tamburi Investment Partners, finanziaria di partecipazioni del banchiere Gianni Tamburi, aveva acquistato per 120 milioni la stessa quota, mentre il reso del capitale fa capo a Farinetti e ai suoi tre figli. Nel bilancio della Tamburi si legge che «i dati previsionali per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2014 del Gruppo Eataly indicano che dovrebbe conseguire ricavi per circa 330 milioni di euro e un margine operativo lordo di circa 39 milioni di euro».
Ma il gruppo vuole consolidare la sua crescita con nuove aperture dopo lo sbarco in Giappone, Turchia, Dubai, Brasile e in Corea del Sud, prima della fine del 2015 Eataly inaugurerà il primo negozio in Europa partendo da Monaco di Baviera, seguirà Mosca, poi sarà la volta del secondo spazio a New York dopo quello sulla quinta strada sbarcherà vicino al World Trade Center. Ma in agenda ci sono le aperture di Londra, Parigi, Los Angeles, Boston, Washington e Toronto, e poi sarà la volta di Cina e India.