Trenta punti vendita in 4 continenti, 5.650 dipendenti, un obiettivo di fatturato stabile di circa 400 milioni di euro (esclusi i franchisee) per il 2014. Questi i numeri di Eataly, di Oscar Farinetti (ex patron Unieuro). Se all’inizio, nel 2007, l’apertura del primo Eataly sembrava essere un bel progetto legato a un territorio e a un modello aziendale unico nel suo genere,oggi Eataly è un marchio globale con decine di punti vendita. . “Abbiamo avuto diverse difficoltà legate alla ristrutturazione dello stabile. E’ stata una vera e propria ricostruzione su tre piani, ma abbiamo dovuto tener conto di 54 appartamenti che ci sono sul teatro e che non dovevano essere danneggiati dall’intervento. Non abbiamo avuto problemi, invece, dal punto di vista burocratico. L’amministrazione milanese è molto rigida ma, una volta capite le norme e le cose necessarie, poi si viaggia spediti”.
“Quella di Milano – spiega Francesco Farinetti – è una piazza importantissima e contiamo di realizzare un fatturato importante, in linea con i 40 milioni di Torino, nonostante le dimensioni più contenute. E poi, oltre al cibo, c’è tutto il discorso della musica. E’ il negozio più ‘fighetto’ che abbiamo, un po’ come la città”. Milano avrà 352 dipendenti, in Italia i lavoratori del gruppo sono 1.750 e all’estero 3.900 circa (220 in Giappone e ben 1.300 negli Usa). Per il 2014 sono in calendario altre aperture a Piacenza, poi Forlì e Trieste.
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All’estero, invece, le aperture future saranno Mosca nel 2014 e poi nel 2015 San Paolo in Brasile, Monaco di Baviera e all’inizio del 2016 Parigi, Los Angeles e Toronto.