Poco più di tre anni fa, quando il gruppo francese Electricité de France iniziò a gestire il 100 per cento della sua controllata italiana, attribuiì a Edison un compito ben preciso: diventare la “longa manu” del colosso francese dell’energia nel comparto del gas.
Sia per l’attività di esplorazione di nuovi giacimenti nell’area del Mediterraneo e nel mare del Nord, sia per lo sviluppo di infrastrutture, dai gasdotti alle centrali elettriche a ciclo combinato. Un ruolo che per il momento, Edison ha sviluppato soprattutto nel campo della ricerca, nel Mare del Nord e lungo le coste croate, ma anche nel Mediterraneo sud-occidentale, in Egitto e nella zona tra Cipro, la Turchia e Israele, dove si espande il cosiddetto “giant” denominato Leviathan.
Meno fortunata, fino a ora, l’avventura per inserirsi nel business del gas azero, che giungerà in Europa via Turchia, attraverso il gasdotto che sarà realizzato in Grecia e da qui in Italia. Edison aveva un progetto di “tubo” alternativo denominato, ma la società non è riuscita a inserirsi nei contratti di gas di lungo periodo con il governo di Baku.
Si inquadra in questo disegno, l’accordo firmato a Milano, in occasione del National day dell’Egitto presso i padiglioni di Expo, dall’amministratore delegato di Edison Bruno Lescoeur e il numero uno di Qalaa Energy Mohamed Hoeib hanno firmato un accordo di sviluppo congiunto per la costruzione di una centrale termoelettrica da 180 mw che produrrà energia elettrica per il mercato locale. L’accordo – che fa seguito a un memorandum sottoscritto nel novembre scorso – prevede che Edison e Qalaa Energy completino la fase di sviluppo e autorizzazione dell’impianto nei prossimi sei mesi e che la centrale entri in esercizio entro il 2017. Il progetto – si legge in una nota – ha un valore di circa 100 milioni di euro e garantirà energia elettrica efficiente e sostenibile ai consumatori egiziani contribuendo a ridurre il deficit strutturale di energia che caratterizza il paese”.