Sono necessarie ulteriori prove del rafforzamento della crescita economica degli Usa prima di incrementare i tassi di interesse.
Questo è stato l’orientamento prevalente tra i membri del board amministrativo della Federal Reserve, a quanto si evince dai verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria.
Alcuni membri del direttivo, si legge, hanno espresso contrarietà nei confronti di un rialzo “prematuro”, laddove altri si sono detti convinti che ci siano già – o siano imminenti – le condizioni per una stretta monetaria, per quanto sia stata generale la constatazione di “un qualche miglioramento del mercato del lavoro nel periodo da marzo a giugno”.
La Federal Reserve ha espresso preoccupazione per la crisi greca, che rischia di non essere risolta senza effetti negativi anche negli Stati Uniti. E’ quanto si legge nei verbali dell’ultimo direttivo della banca centrale americana. “Molti membri del direttivo sono preoccupati che un fallimento nella soluzione dello stallo sul debito greco possa avere effetti di contagio sui mercati Usa”, si legge nelle minute. Alcuni rappresentanti del board della Fed, inoltre, si sono detti “incerti che la Grecia e i creditori trovino un accordo”.
Uno dei governatori della Fed era pronto ad alzare i tassi già a giugno, tuttavia la maggioranza dei membri hanno detto di voler “più informazioni prima di prendere questa decisione”. Lo si legge nei verbali del Federal open market committee relativi alla riunione del 16 e 17 giugno scorsi. In quell’occasione la Fed aveva deciso di lasciare i tassi di interesse a un range tra lo 0 e lo 0,25%, il minimo storico a cui erano stati portati nel dicembre 2008. Sempre secondo i verbali il primo rialzo potrebbe arrivare nelle prossime due riunioni.