Lunedì 17 febbraio è prevista l’apertura del tavolo sull’Electrolux presso il ministero dello Sviluppo.
La convocazione ai rappresentanti dell’azienda, ai sindacati e alle regioni interessate dal ponderoso piano di rifacimento della multinazionale svedese degli elettrodomestici titolare di impianti a Forlì, Porcia, Solaro, Susegana, è partita martedì 11, stando a fonti sindacali. Il ministro dello sviluppo Flavio Zanonato, che lunedì alla Camera è ha tenuto a ribadire che «il governo non permetterà il trasferimento delle produzioni in Polonia», è stato poi costretto a indietreggiare sulle proposte di decontribuzione. «Per lo sgravio contributivo – ha scritto il ministro su Twitter – servono autorizzazione della Ue e ingenti risorse. Non solo il settore elettrodomestico è in crisi». Già ad ottobre 2013, Electrolux aveva comunicato duemila tagli a livello globale (di cui 1.500 in Europa). Per far durare gli stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, il gruppo svedese sta procedendo con una proposta che mira a ridurre di 3-5 euro gli attuali 24 euro di costo medio orario del lavoro, così da ridurre il divario con i salari in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l’ora.
> Electrolux, le proposte per risolvere il problema.
Intanto la proposta dei sindacati di categoria è la richiesta ferrea che all’intero settore dell’elettrodomestico venga concesso uno sgravio contributivo sui contratti di solidarietà. Questo è quanto ha precisato sul «Corriere» Dario Di Vico, che, secondo stime di parte Fiom, dovrebbe essere conforme a un risparmio di 3 euro per ora lavorata. La Electrolux ha valutato positivamente la richiesta di Fim-Fiom-Uilm. La parola ora spetta al governo.
E sempre tramite Twitter è giunta al ministro Zanonato la replica di Gianluca Ficco della Uilm: «La legge (236/1993) sugli sgravi – ha scritto – è stata emanata quando eravamo già nella Ue!».