Le elezioni amministrative in Francia hanno attestato la grande affermazione del partito nazionalista ed antieuropeista con il governo di Hollande che ha dovuto forzatamente procedere ad un rimpasto, ad un mese e mezzo di distanza da quelle famose elezioni europee che rappresentano un vero e proprio macigno sulla schiena dell’euro in quanto è serio il rischio che siano proprio i partiti e i movimenti anti-euro a prevalere alle urne.
Cosa potrà succedere? Francamente, e lo abbiamo più volte ribadito, sono davvero poche le carte da giocare da parte della BCE che, a dispetto di quanto comunemente si crede, ha fatto anche troppo per quello che il suo anomalo e limitatissimo mandato consente, spiega Davide Marone di DailyFx. E anche le restanti cartucce da sparare, quale un ulteriore riduzione del corridoio dei tassi di interesse piuttosto che una misura in stile LTRO, potrebbero rivelarsi del tutto inefficaci nel medio termine e portare solo a volatilità di breve.
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Verosimilmente Mario Draghi si premurerà di affermare che l’ultima release sull’inflazione è quanto meno distorta da fattori temporanei quali il recente calo dei prezzi dell’energia piuttosto che il prolungamento dei saldi per le vendite al dettaglio.
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Con buona probabilità quindi il tema verrà sminuito e i toni saranno ancora dovish, come già anticipato nei recenti speech di questa settimana da parte di Weidmann (presidente Bundesbank) e Constancio (vicepresidente BCE). Sul fronte tassi, la leva operativa principale di una banca centrale, sarebbero due le strade possibili: un taglio del tasso di rifinanziamento principale di 10 punti base, o l’abbassamento e quindi l’approdo in territorio negativo del tasso di deposito.