Più che acquistare centrali elettriche in giro per l’Europa, forse, è arrivato il momento di venderle e investire altrove: sia geograficamente che dal punto di vista industriale.
La nuova strategia di Enel, da società di produzione “tradizionale” a società che guarda alle rinnovabili e alle reti, muove anche per la vendita della controllata Slovenske Elektrarne, ex monopolista della Repubblica Slovacca, di cui l’azienda italiana aveva acquisito il 66% nel 2006, in seguito al programma di privatizzazione del governo di Bratislava.
E ora Enel ha annunciato di aver avviato ufficialmente le operazione per la cessione di una prima quota dell’azienda nell’est Europa: la scelta è caduta sul gruppo ceco Eph, attivo anche nel nostro paese dove ha appena rilevato la centrali a carbone e a gas dei tedeschi di E.on. Con l’azienda di Praga, Enel ha comunicato di aver avviato una trattativa “in via esclusiva”. E non esclude addirittura di poter “sottoscrivere un contratto di compravendita nelle prossime settimane”.
L’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace aveva detto che la trattativa finale sarebbe partita prima della fine dell’estate. Così come aveva già fatto sapere al mercato che l’operazione sarebbe avvenuta in due parti. Così come richiesto dal governo di Breslavia, che non vuole che il gruppo italiano si faccia da parte prima di aver completato i lavori di ammodernamento della centrale di Mochovce, i cui blocchi numero 3 e 4 dovrebbero essere ‘accesi’ uno l’anno prossimo e l’altro alla fine del 2017.
Nel bilancio di Enel si attribuisce un valore di Slovenske pari a 1,2 miliardi per il 100 per cento della società. Comprensibilmente, per non non dover contabilizzare una perdita, la cessione del 66% non dovrebbe avvenire a livelli inferiori ai 750 milioni.