Due nuovi accordi sono stati raggiunti da Eni per cercare petrolio e metano sulle coste vietnamite. A firmarli è l’ad del gruppo Claudio Descalzi con Do Van Hau, a.d. di PetroVietnam. Le zone sono tutte da esplorare, per una nuova produzione ma anche per nuove operazioni di vendita dal momento che l’economia emergente del Paese necessita di ingenti scorte di gas per attivare le sue centrali elettriche.
Così il numero uno del colosso italiano:
Questi due nuovi blocchi ad alto potenziale consolideranno la nostra presenza e la nostra crescita nel bacino del Pacifico. La loro vicinanza ai blocchi in cui già operiamo ci consentirà di sfruttare sinergie logistiche e operative, con notevole risparmio in termini di tempo e di costi.
Attualmente, entrando nel dettaglio, il blocco 116 colma un’area di 5 mila chilometri quadrati nel bacino di Song Hong, in acque la cui profondità varia dai 10 ai 120 metri. In questo blocco l’Eni il solo operatore presente.
C’è poi il blocco 124, che copre circa seimila chilometri quadrati nel bacino di Phu Khanh, in acque che vantano una profondità che va dai 50 ai 2.600 metri. Il blocco è partecipato da Eni con una quota del 60% e da Santos Vietnam con il 40%.
Complessivamente, l’Eni è presente in Vietnam con sei blocchi esplorativi. L’economia del Paese ha fatto registrare un ottimo sviluppo negli utlimi anni, crescendo al ritmo medio del 7% annuo. La sua previsione è quella di essere in deficit di gas dal 2025, con un uno gap tra domanda e offerta di quasi 1,5 miliardi metri cubi di gas all’anno. Quindi per il metano c’è molto mercato.
Il gruppo Eni, intanto, ha sempre più lo sguardo rivolto verso oriente. Oltre che in Vietnam ha apertro piattaforme in Myanmar, Indonesia, Timor Est e Australia.