Non pagano il nuovo tributo sui servizi indivisibili, solo ed esclusibamente i fabbricati della Chiesa indicati nei Patti Lateranensi. Sono dunque esentati dalla Tasi solo 25 immobili destinati al culto e situati a Roma o nei dintorni.
Lo statuisce il decreto legge sugli enti locali, secondo quanto spiega la presidenza del Consiglio in un comunicato diffuso nel pomeriggio, alcune ore dopo la conclusione del Consiglio dei ministri.
Il provvedimento specifica inoltre che i “terreni agricoli sono esclusi dal pagamento della Tasi”.
Nell’allegato ai Patti Lateranensi firmati nel febbraio 1929 da governo italiano e Santa sede sono contemplati “immobili aventi privilegio di extraterritorialità e con esenzione da espropriazioni e da tributi”, tra cui il palazzo Apostolico Lateranense e la Scala Santa, la basilica di Santa Maria Maggiore con gli edifici annessi, il palazzo pontificio di Castel Gandolfo, l’Università Gregoriana e alcuni collegi.
La questione della contestata esenzione dalla vecchia Ici (imposta comunale sugli immobili) per gli immobili del Vaticano era stata il punto centrale di un’indagine condotta dalla Commissione europea tra il 2010 e il 2012.
Alla fine Bruxelles ha statuito che erano incompatibili “con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato le esenzioni concesse agli enti non commerciali per fini specifici”, perché “tali esenzioni conferivano ai beneficiari un vantaggio selettivo relativamente alle attività commerciali svolte, essendo tali attività in concorrenza con i servizi forniti da altri operatori commerciali”.
Successivamente, a seguito dell’introduzione dell’Imu nel 2012, le esenzioni hanno riguardato invece soltanto gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività che non è di natura commerciale.