Dopo una settimana dalla decisione di abbandonare il floor fisso nel cambio tra euro e franco, la Banca Svizzera esce allo scoperto e spiega le motivazioni della scelta.
La necessità era quella di evitare quello che ormai era diventato un salasso vero e proprio, nonché insopportabile. Le ragioni della SNB sono state spiegate dal vice-presidente della Banca, Fritz Zurbrügg:
In gennaio avevamo già dovuto acquistare euro per 100 miliardi di franchi. Quando parlo di gennaio va precisato che mi riferisco alle due prime settimane del mese, visto che l’abbandono del cambio fisso, rimasto in vigore per oltre un anno, è intervenuto il 14. È stato un vero crescendo se consideriamo che, il giorno precedente il nostro annuncio, ci siamo resi conto che la necessità di acquistare euro, per difendere il franco dalla speculazione, cresceva in modo esponenziale”.
Le dichiarazioni del vice-presidente offrono finalmente il quadro sulle motivazioni che hanno indotto la Banca Nazionale Svizzera a scatenare una tempesta monetaria anche se, sin da subito, era stato palese, alla maggior parte degli addetti ai lavori, che il fortilizio creato attorno al franco, si era sgretolato per il suo costo non più sostenibile. Si pensi, ad esempio, al fatto che, tra il 2010 ed il 2013, le riserve in euro della banca centrale elvetica sono schizzate, passando da 50 a 500 miliardi di franchi. Intanto l’economia svizzera, soprattutto le imprese che esportano, dopo aver goduto dei benefici dell’euro che valeva un franco e 20, ora che le due valute hanno raggiunto la parità stanno soffrendo.
Nel contempo, stanno soffrendo il turismo e i negozianti dei Cantoni di confine, con la clientela che li sta abbandonando, per acquistare beni di consumo in Italia, Francia e Germania. Chi, ancora, in Europa, sta difendendo, con le unghie e con i denti, quel tasso di cambio abbandonato dalla Confederazione, è la Croazia.