La situazione economica in Europa è in chiaroscuro. Da una parte ci sono deboli segnali incoraggianti dal lavoro, dall’altra l’allarme sull’inflazione.
Eurostat ha affermato che ci sono 129 mila disoccupati in meno rispetto al mese precedente anchee se il tasso di disoccupazione è stabile al 12%. Il dato è modesto ma buono visto che è il primo calo di rilievo dopo una fase molto lunga caratterizzata da peggioramento. Questi sono gli anni in cui l’Europa ha vissuto la recessione a seguito della crisi finanziaria e poi la crisi dei debiti pubblici.
L’inflazione dell’Eurozona ancora in calo
La situazione però non è ancora buona in genere, visto che il tasso di disoccupazione al 12% è sempre vicino al record del 12,1%. Su base annua, poi, il numero di disoccupati è aumentato di 130 mila unità.
L’inflazione preoccupa con Eurostat che ha comunicato come a gennaio cìè stato un nuovo rallentamento allo 0,7%. Le revisioni degli analisti non erano di questo tipo e si allontana la stabilità dei prezzi con il rischio deflazione e l’obiettivo dell’inflazione al 2% più lontano.
Dagli ultimi mesi dello scroso anno sull’area ci sono timori di deflazione anche per l’indebolimento della crescita dei prezzi. Questo ha condotto la Bce a tagliare i tassi di interesse a novembre arrivando al nuovo minimo storico dello 0,25%.
Il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha affermato che si è pronti a entrare in azione se necessario, ribadendo che i tassi rimarranno bassi a lungo. I dati di oggi potrebbero influenzare la prossima riunione della Bce, mentre fino a ora gli analisti non si aspettavano novità di spessore.