Durante il secondo trimestre 2015, stando alla prima stima di Eurostat, il Pil dell’area euro ha rallentato a +0,3% congiunturale dal +0,4% del primo trimestre di quest’anno.
In confronto al secondo trimestre 2014 è cresciuto dell’1,2% contro il +1% del primo trimestre. Entrambi i dati sono stati inferiori dello 0,1% rispetto alle attese del mercato. Malgrado il massiccio programma di quantitative easing da parte della Bce la ripresa in Eurolandia resta ancora debole.
La crescita più forte del pil su base annua è stata registrata da Spagna e Slovacchia (+3,1%), mentre il dato peggiore è quello della Finlandia 8-1%), che è pure in deflazione (-0,1%). L’Italia cresce sempre meno di Eurolandia: +0,2% su base trimestrale contro +0,3% e +0,5% annuo contro +1,2%.
A luglio, sempre secondo Eurostat, l’inflazione dell’Eurozona è rimasta stabile allo 0,2% su base annua, lo stesso valore registrato a giugno, mentre è scesa dello 0,6% rispetto al mese precedente. Torna quindi a incombere lo spettro della deflazione. Sono già in deflazione la Grecia (-1,3% su base annua), Cipro (-2,4%), Slovenia (-0,7%) e Finlandia (-0,1%).
Durante il secondo trimestre del 2015 il pil dell’Italia, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nel confronto con il secondo trimestre del 2014. Lo ha rilevato l’Istat. La variazione acquisita del pil per il 2015 è pari a +0,4%. Lo comunica l’Istat. Nel primo trimestre la variazione acquisita era stata pari al +0,2%. I dati sono sostanzialmente in linea con le attese.
“Il pil del secondo trimestre cresce come dalle attese”, ha affermato il portavoce del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Dopo 13 trimestri consecutivi di calo tendenziale abbiamo due trimestri di crescita. Il Paese può e deve fare di meglio: le riforme strutturali e la politica economica favoriranno l’accelerazione”.