Nel mese di giugno rimane stabile la lieve perdita di slancio delle imprese dell’eurozona. L’indice dei responsabili degli approvvigionamenti si è affermato a 52,8 punti dai 53,5 punti di maggio.
Il risultato, sviluppato dalla società di ricerche Markit Economics rimane in ogni caso più alto di 50 punti, soglia limite tra crescita e recessione. La Germania ha registrato un rallentamento e la Francia un nuovo calo.
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L’insieme è stato ultimato con i dati attinenti alle imprese del terziario, e in questo caso le aziende italiane hanno fatto vedere uno sviluppo positivo, in controtendenza riguardo al quadro di generale moderatezza: il relativo Purchasing managers’ index è salito a 53,9 punti a giugno, dai 51,6 di maggio.
Phil Smith, economista di Markit sostiene che il terziario italiano ha raggiunto il miglior risultato degli ultimi quattro anni. E “il forte aumento dei nuovi ordini fa ben sperare che questa tendenza verrà mantenuta nei prossimi mesi”, dichiara in un comunicato. Persistono tuttavia tagli occupazionali che “offuscano questa immagine positiva” anche se “le aziende campione pare abbiano rivalutato le loro posizioni conseguentemente all’aumentato carico di lavoro”.
Si conferma intanto la generale frenata delle economie avanzate a inizio 2014, con i consumi interni che stando all’Ocse hanno raffigurato il maggiore motore di crescita. Il Pil dell’area Ocse ha registrato un più 0,2 per cento nel primo trimestre, dopo il più 0,5 per cento di fine 2013. Italia e Stati uniti sono i soli due paesi ad aver registrato calo del Pil rispettivamente dello 0,1 e dello 0,7 per cento.