Il caso Apple – la presunta evasione fiscale per centinaia di migliaia di dollari possibile grazie alle controllate irlandesi – ha spinto i partecipanti al summit europeo di oggi ad accelerare per cercare una soluzione univoca, chiara ed efficace all’evasione fiscale, sia all’interno dei 27 che fanno parte dell’Unione sia con i paesi terzi.
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Il nodo della questione è, naturalmente, la libera circolazione delle informazioni fiscali e bancarie che l’Unione vorrebbe vedere realizzata al massimo entro la fine del 2013.
Lo steso dovrà accadere anche con i paesi extra UE, ma in questo caso i tempi si allungano perché sarà necessario capire i tempi di discussione degli accordi internazionali. Alla fine del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker si è così espresso:
Ci sarà lo scambio automatico delle informazioni “qualunque cosa succeda a partire dal primo gennaio 2015” ma solo sugli “interessi di risparmio”, mentre l’ estensione sugli altri tipi di redditi “dipenderà dai negoziati con la Svizzera”.
L’annuncio di Juncker si accoda a quanto detto dall’Ecofin che ha esortato l’Europa ad accelerare per gli accordi internazionali con i paesi terzi – Svizzera, Andorra, San Marino, Monaco e Liechtenstein.
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Anche la Merkel è della stessa opinione e punta a far pagare di più le imprese nei territori nei quali hanno la sede.