Secondo una recente ricerca, l’Italia sarebbe ancora pesantemente colpita dalla crisi economica e dalla recessione, almeno a giudicare dal numero dei fallimenti che è stato possibile registrare nel corso del 2013.
> Le regioni italiane con il più alto numero di fallimenti
Secondo una recente indagine, infatti, compiuta da Cerved, azienda specializzata nella valutazione del rischio di impresa e in analisi aziendali, e riportata dall’ANSA, il numero dei fallimenti che è stato possibile rilevare in Italia nei primi nove mesi dell’anno è stato pari a 9,902, cioè poco meno di 10 mila. Il loro totale, quindi, rispetto all’anno precedente, il 2012, ha subito un incremento pari al 12 per cento.
> Falliscono le imprese italiane e chiudono le aziende storiche
Sulla base di questi dati, quindi, è forse possibile dedurre che i segnali di timida ripresa che si possono rilevare attraverso gli indicatori macroeconomici sono ancora purtroppo distanti dall’economia reale, che ancora sperimenta i rovesci e gli aspetti deteriori della crisi.
Quello registrato nel corso del 2013, inoltre, dal punto di vista delle chiusure delle attività e delle imprese, è un vero e proprio record storico, che non si presentava da più di 10 anni. Le chiusure riguardano, del resto, tutti i settori e tutte le forme giuridiche, ma soprattutto le industrie dedicate ai servizi – con il 14 per cento dei fallimenti totali – e alle attività manifatturiere – con l’11 per cento.
Anche il settore edilizio continua ad essere pesantemente colpito dal fenomeno, dal momento che lo interessa per oltre il 9 per cento. Le regioni italiane più colpite dal fenomeno dei fallimenti sono la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto.