Il potere d’acquisto delle famiglie italiane è in calo, malgrado l’Italia si trovi in un momento storico in cui i prezzi sono sostanzialmente bloccati. Lo rivelano i dati Istat inerenti al secondo trimestre del 2014, in base ai quali il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è sceso dell’1,4% in confronto al trimestre precedente e dell’1,1% in confronto al corrispondente periodo del 2013. Se si prende in considerazione l’andamento dei prezzi, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel secondo trimestre del 2014 è diminuito dell’1,4% in confronto al trimestre precedente e dell’1,5% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. Si tratta di un ritorno al segno meno, successivamente a una prima porzione favorevole, che porta così il saldo del primo semestre a una crescita zero.L’Istat spiega:
C’è stata una piccola ripresa dal punto di vista dei consumi: la spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti, è aumentata dello 0,2% nei confronti del trimestre precedente e dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Per un segnale positivo, però, si registra una nota stonata: la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, al netto della stagionalità, è stata pari all’8,3% tra aprile e giugno scorsi, in diminuzione di 1,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,8 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2013. Il tasso di investimento delle famiglie è stato pari al 6,2%, stabile rispetto al trimestre precedente e in lieve diminuzione (-0,1 punti percentuali) nei confronti del secondo trimestre del 2013.
Per quanto riguarda i dati afferenti alle aziende, la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 40%, è scesa di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,1 punti in confronto al corrispondente periodo del 2013.