Sono sempre meno le risorse a disposizione delle famiglie italiane, che però hanno saputo fare di necessità virtù. La situazione di crisi che attanaglia i consumatori, limitando gli introiti nelle loro tasche, li ha riportati a scoprire la cucina genuina, le ricette della tradizione.
Ciò si evince da un rapporto Coldiretti/Censis sul tema “Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio”, illustrato nella giornata di ieri dal presidente del Censis Giuseppe De Rita di concerto con il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo presso il Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio. Stando al rapporto sei italiani su dieci hanno diminuito gli acquisti alimentari, per un totale di 15,4 milioni di famiglie che forzatamente devono fare dei sacrifici.
Ma facendo questo hanno privilegiato l’acquisto di cibi genuini. Di fronte alla crisi, oltre il 48% ha scelto di ridimensionare gli sprechi nei propri consumi alimentari, il 12% ha tagliato i consumi essenziali, e allo stesso tempo ricerca la qualità e la genuinità degli alimenti (45,4%) e la convenienza dei prezzi (39,1%). Si spiega così anche il ritorno della cucina povera che usufruisce di avanzi, tagli minori, pesci poveri o addirittura di scarti per risparmiare.
La messa in campo di comportamenti virtuosi non è l’unico aspetto positivo della crisi: infatti la famiglia torna a riunirsi attorno alla stessa tavola. Le difficoltà economiche e sociali fanno stringere i ranghi del nucleo familiare. Il 61,8% riesce ad avere un momento quotidiano di incontro intorno alla tavola. Si stimano in 10,6 milioni le famiglie italiane che ogni giorno della settimana fanno almeno un pasto insieme a colazione, a pranzo o a cena. In più l’agricoltura fa da cuscinetto alla crisi. In questo settore l’occupazione è cresciuta. I dati del terzo trimestre non sono ancora noti, ha spiegato, ma i segnali sono positivi. Il numero degli occupati è aumentato del 5,6% nel secondo trimestre del 2014. Negli ultimi trimestri l’occupazione si mantiene o cresce, in controtendenza con la generale situazione di crisi. Questo conferma che il cibo è un settore strategico e che in agricoltura c’è voglia di investire.