Il ministero dei trasporti americano chiamerà a rapporto Fca chiedendo un accurato rapporto sui difetti che mettono in dubbio la sicurezza. Secondo le autorità Usa la società avrebbe omesso di segnalare alcuni incidenti mortali o non lo avrebbe fatto entro i cinque giorni previsti dalla legge americana.
Il dipartimento dei Trasporti aveva già messo sotto inchiesta Fiat Chrylser per aver atteso troppo a lungo prima di intervenire a riparare i difetti delle automobili. Riconoscendo di aver violato le regole, nei mesi scorsi Fca aveva concordato con il ministero il pagamento di una multa di 105 milioni. Ora le autorità Usa annunciano di voler ulteriormente indagare per verificare se “ci sono state altre mancanze” come appunto la mancata o ritadata segnalazione degli incidenti mortali. “Molto presto – ha annunciato il ministro Antony Foxx- conosceremo quale potrà essere l’ammontare complessivo della multa” che dunque potrebbe essere superiore ai 105 milioni già pattuiti. Fca ha annunciato di voler collaborare con le autorità Usa.
Il probabile incremento della mega multa non è l’unica tegola che si è abbattuta ieri sulle attività americane di Fca. “La ratifica dell’accordo tra Marchionne e il sindacato sembra ormai matematicamente impossibile”, titolava ieri il Detroit Free Press. Oggi è arrivata la conferma. I lavoratori degli stabilimenti Fca in Usa hanno bocciato con il 65% dei voti contrari l’intesa trovata due settimane fa tra Marchionne e il leader del sindacato Uaw, Dennis Williams. A dire no sarebbero stati stabilimenti che hanno fatto la storia recente della rinascita di Chrysler dopo il fallimento. E’ il caso di Jefferson North, l’unico stabilimento automobilistico ancora presente nell’area urbana di Detroit, dove si produce il top dei suv della casa, il Grand Cherokee.