La riunione, tanto attesa, è in corso. Nella giornata di ieri Fed ha scelto di non aumentare il costo del denaro. I tassi di interesse rimangono dunque stabili fra lo 0 e lo 0,25%, livello che mantengono dal dicembre di sette anni fa.
La Fed ha anche rivisto al ribasso le stime di crescita dell’economia americana per il 2015 a +1,8%-2,0% dal 2,3-2,7% previsto in marzo. L’attività economia si sta ampliando moderatamente, sta accelerando la velocità della creazione dei posti di lavoro.
La Federal Reserve considera che l’economia Usa stia crescendo in modo moderato dopo un duro inverno, a un passo abbastanza forte da sopportare un aumento dei tassi di interesse entro la fine dell’anno.
L’economia – si legge nel comunicato diffuso dalla Fed al termine del direttivo di politica monetaria – sta crescendo moderatamente. Il mercato del lavoro è in ripresa, mentre il tasso di disoccupazione è ancora ai livelli registrati in precedenza. Quindici dei 17 membri del Fomc ritengono che il primo rialzo dei tassi da nove anni a questa parte sarà deciso entro la fine dell’anno, anche se la Fed ha ridotto le sue stime sulla crescita del Prodotto interno lordo Usa nel 2015.
Nel 2016, invece, l’economia Usa crescerà tra il +2,4-2,7%, dal +2,3%-2,7% contemplato tre mesi fa. Per il 2017 la forbice del Pil Usa prevista è stata ritoccata in miglioramento al +2,1-2,5%, dal +2,0-2,4% stimato a marzo.
Nonostante si parli di un eventuale aumento dei tassi la politica monetaria della Fed resterà comunque accomodante per un certo lasso di tempo, come ha dichiarato la presidente della Banca centrale statunitense, Janet Yellen, nel corso della conferenza stampa successiva alla due giorni del Fomc, sottolineando che l’aumento del costo del denaro dipenderà dai dati economici, in particolare dall’andamento di mercato del lavoro e inflazione.