Secondo le ultime indicazioni da parte di un membro della Federal Reserve, le diminuzioni di acquisti da parte della banca potrebbero sattestarsi in 10 mld di dollari ad ogni riunione del Board.
Il “falco” Fisher commentava circa il fatto che il tapering dovrebbe e potrebbe procedere a ritmo di 10 miliardi ad ogni meeting dell’istituto centrale americano, e anche un altro membro, Tarullo, ha palesato preoccupazioni circa potenziali bolle sull’obbligazionario e soprattutto sull’azionario (se se n’è accorto adesso, quelli preoccupati siamo noi) paventando anche la possibilità di un rialzo dei tassi al fine di contenerle, spiega Davide Marone di DailyFx. Questo, come visto ieri, ha portato ad un’immediata e volatile reazione del dollaro americano prontamente però svilita all’interno di un contesto appena più ampio di relativa debolezza del biglietto verde.
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La fiducia dei consumatori degli Stati Uniti è risultata al 78,1 ed inferiore alle aspettative di 80 dalla release di ieri e l’aggregato dei dati dell’economia di oltreoceano resta piuttosto debole (le condizioni climatiche hanno certamente influito), non lasciando ad ora intravedere grande spazio per rafforzamenti del greenback laddove il prossimo meeting Fed è ancora relativamente lontano. Come detto in apertura, i livelli dei percentili di volatilità delle opzioni scritte sui tassi di cambio restano molto ridotti e il calendario macroeconomico permane sostanzialmente scevro di market mover rilevanti, con eccezione per il Pil britannico delle 10,30 e il dato sulla Vendita di Abitazioni Nuove negli Stati Uniti.
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Ciò non rende agevole l’operatività nel momento in livelli tecnici sono andati a sporcarsi, i movimenti direzionali non partono, e la volatilità va a fiammate veloci e imprevedibili ed è spinta da dichiarazioni e rumours. Suggeriamo perciò l’attenzione minuziosa nello “stock picking”, cioè nella selezione accurata degli strumenti da tradare (alcuni quadri tecnici sono decisamente migliori di altri) e nello stop management, privilegiando perciò livelli di stop appena più ampi per evitare gli spike di volatilità con conseguenti lievi riduzioni della leva finanziaria adottata.