Fine del programma di Quantitative Easing, che consisteva nella sottoscrizione di titoli governativi e garantiti da mutui. Ad annunciarlo è la Federal Reserve Bank. A confermarlo è il Federal Open Market Committee dell’istituto centrale USA durante la riunione di ieri sera mettendo in evidenza la manifestazione di fiducia verso la ripresa dell’economia statunitense.
All’interno della cosiddetta “exit strategy”, il terzo programma ultra-espansivo della Fed era stato già fortemente ridotto, passando il mese scorso a “soli” 15 miliardi di dollari al mese in confronto a una punta di 85 miliardi durante la fase più acuta della crisi finanziaria.
All’interno del comunicato che rende pubblica la decisione di lasciare invariati i tassi si legge che dopo la fine del programma di QE, una politica monetaria altamente accomodante sarà appropriata per un “tempo considerevole”. La Fed rimane nel contempo fiduciosa circa le prospettive di ripresa negli Stati Uniti. La banca centrale ha spiegato in una nota le dinamiche dell’attuale situazione finanziaria.
Il comitato continua a vedere nell’economia una forza sufficiente per sostenere i continui progressi verso la massima occupazione in un contesto di stabilità dei prezzi. L’impatto della recente volatilità dei mercati, dell’indebolirsi della crescita in Europa e delle deboli prospettive sull’inflazione non rappresentano un grosso ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di occupazione e inflazione della Fed. In particolare occorre sottolineare il miglioramento del mercato del lavoro: la debolezza sta gradualmente diminuendo. Sull’inflazione, la Fed ha riconosciuto che la discesa dei prezzi dell’energia e altri fattori stanno mantenendo basso il livello dei prezzi, ma nel complesso l’economia nel suo complesso dovrebbe progredire verso l’obiettivo del 2% della banca centrale.