Nulla di fatto neanche con gli interventi voluti dal governo Monti. Le pubbliche amministrazioni, nonostante la grande macchina telematica messa in piedi dal governo uscente che avrebbe dovuto accelerare la restituzione di quanto dovuto alle imprese italiane, sono ancora molto lontane dal saldare i loro debiti, a tutto discapito delle aziende coinvolte.
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E’ quanto denuncia l’Abi, l’associazione delle banche italiane, che ha analizzato i dati del rapporto stilato da Corrado Passera, nel quale è ancora evidente lo squilibrio tra il numero di istanze di pagamento presentate (467) e quelle accolte (71) e anche lo squilibrio tra quanto ancora dovuto (circa 45 milioni di euro) e quanto effettivamente pagato (3 milioni di euro).
Uno dei motivi alla base di questo evidente ritardo è la mancanza di un collegamento della piattaforma con gli istituti di credito e con il Cbi (Customer to business interaction), lo strumento indispensabile per la procedura di certificazione. Colpa della Consib, che ha inviato al Cib le informazioni necessarie solo alla fine di febbraio.
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Pesa poi la mancanza di trasparenza sui crediti che le aziende possono certificare telematicamente che non possono essere verificati dalle banche che, dal canto loro, quindi, si trovano impossibilitate a operazioni di compensazione o di smobilizzo.