Fca è una grossa azienda nata dall’unione di due celebri case automobilistiche sulla base di un principio di ‘mutua convenienza’. Una sorta di ‘Do ut des’ che pare funzionare molto bene come dimostrano le ultime operazioni di carattere finanziario.
Di cosa si tratta?
In sostanza se prima era stata la Fiat a dare una mano alla Chrysler, adesso tocca alla Chrysler dare una mano alla Fiat.
Fca Us, il gruppo un tempo denominato Chrysler, ha annunciato di avere versato oggi una maxicedola (“special distribution payment”) da 1,3 miliardi di dollari alla controllante Fca north america holdings, a sua volta controllata da Fiat Chrysler automobiles. Il versamento, si legge nel comunicato relativo ai conti preliminari 2014, “rispetta interamente i contratti di credito (“senior credit agreement”) e le clausole relative alle secured senior notes”.
La distribuzione degli utili è stata annunciata insieme con i conti preliminari del 2014, un anno chiuso con profitti per 1,2 miliardi di dollari, in calo del 57% circa da quota 2,8 miliardi dell’anno precedente, quando il produttore di auto sfruttò effetti favorevoli una tantum da 938 milioni di dollari. I ricavi sono aumentati in un anno del 15% arrivando a 83,1 miliardi grazie – si legge nella nota del gruppo – all’aumento nelle consegne del Jeep Cherokee e dei Pickup Ram. Il flusso di cassa è salito nell’anno a 3,3 miliardi contro i 2,1 miliardi dell’anno precedente. La liquidità al 31 dicembre 2014 era pari a 14,5 miliardi, in espansione dai 13,3 miliardi di fine 2013. L’anno scorso le consegne globali sono state pari a 2,9 milioni di veicoli, in rialzo del 12% rispetto ai 2,6 milioni di veicoli del 2014. Le vendite nel mondo sono arrivate a 2,8 milioni, un +15% sui 2,4 milioni di esemplari dei 12 mesi precedenti. La quota di mercato del gruppo negli stati uniti è passata al 12,4% dalll’11,4%.
Quella in Canada è salita al 15,4% dal 14,6%.