Ci può essere una relazione tra due materie apparentemente così lontane come la filosofia e la finanza? Sulle prime si direbbe di no, ma c’è chi usa lo strumento della filosofia per le scelte in tema di investimento. Il riferimento a Platone e agli altri filosofi greci non è così raro tra i trader e l’aspetto su cui ci si basa è l’interpretazione della realtà.
I mercati finanziari vivono di notizie, della loro interpretazione e di tendenze. La filosofia, essendo una disciplina che si basa sull’interpretazione della realtà, può essere quindi di aiuto quando si parla di investimenti.
In effetti, alcuni dei temi che riguardano gli investimenti finanziari sono da sempre argomenti di interesse filosofico. Ad esempio, la casualità dei fatti. Quando si può parlare di determinismo? Quando di nessuna correlazione? Nella finanza questo concerne le notizie e quando queste possono fare crescere o abbassare il prezzo di una azione.
La filosofia greca ha trattato la questione dell’essere e del divenire. Eraclito diceva che tutto è in divenire e molti filosofi greci parlavano di contingenza, cioé che alcuni fatti irrompono da sé, senza una precisa causa arrivando dal niente a cui torneranno. Hume diceva invece che la causalità non è per così dire scientifica e nulla ci può confermare che il rapporto causa ed effetto si presenterà sempre solo perché si è presentato come esperienza.
Quale rapporto c’è quindi tra questi pensieri filosofici e la realtà in termini di investimenti finanziari?
I mercati finanziari si basano sulla riflessione sulla causalità. La causalità riguarda l’andamento dei prezzi in Borsa. Nei mercati finanziari, la lettura di tipo soprattutto filosofica ci fa vedere come molti comportamenti che sembrano causali in realtà sono confusi, non c’è una logica predominante o di tipo causa ed effetto e quindi a una notizia non corrisponde automaticamente un risultato.
Capire se c’è una logica rialzista o ribassista significa basarsi sul pensiero degli operatori di Borsa. Il cambiare del pensiero degli operatori di Borsa cambia in poco tempo il prezzo di una azione. Questo significa che il rialzo o il ribasso in Borsa non dipendono solo da fattori oggettivi di tipo macroeconomici, ma anche dall’opinione degli operatori di Borsa che spesso hanno un ruolo prevalente. In questo senso, la filosofia più che la scienza può essere importante per gli investimenti.
L’interpretazione della realtà ha quindi un peso più importante della realtà stessa in quanto il valore di un titolo è meno importante della sua proiezione futura. In questo modo, se il tasso di disoccupazione è alto non vuol dire che non conviene investire, perché può essere che le previsioni sono di un abbassamento dello stesso tasso. Quindi, non è importante quanto sia alto il tasso di disoccupazione, ma come questo procederà nel periodo successivo.
Con la filosofia, gli investitori possono quindi diventare più scettici sulla realtà, comprendere che finanza riguarda una scommessa e capire che questa scommessa si basa sulle previsioni degli eventi. Questi eventi non si possono prevedere con sicurezza e quindi è fondamentale riflettere e trovare elementi che possono portare a una buona scelta.