Da una parte le pressioni delle autorità americane che preferirebbero l’azienda non finisse sul mercato. Dall’altra parte, i risultati del primo semestre 2015 che avrebbero reso la società più profittevole.
La comunità finanziaria, come è giusto che sia, guarda di più al secondo aspetto e ha letto con interesse l’indiscrezione apparsa sul Financial Times: stando al quotidiano britannico, i vertici di Finmeccanica avrebbero bloccato la cessione di Drs Technologies, la società Usa attiva nei settori della Difesa e sicurezza, rilevata dal gruppi italiano nel 2008 per 5,2 miliardi di dollari.
Un’acquisizione non troppo propizia: è avvenuta a un passo dal crollo delle Borse e dalla crisi dei debiti sovrano che ha causato il calo delle commesse militari in mezzo mondo. Per Finmeccanica il danno è stato doppio, perché l’operazione ha fatto salire il debito finanziario (che ora si attesta intorno ai 4 miliardi) e ha portato l’azienda a varare un piano di dismissioni che ha portato prima alla cessione di Ansaldo Energia (al Fondo Strategico della Cdp in alleanza con Shanghai Electric) e pochi mesi fa alla vendita di AnsaldoBreda e Ansaldo Sts al conglomerato giapponese Hitachi.
Con queste operazioni, la dismissione di Drs è diventata meno urgente. Senza contare che nella prossima semestrale, l’amministratore delegato Mauro Moretti dovrebbe comunicare risultati più che positivi da parte della controllata americana, con un contributo sopra le attese alla redditività del gruppo nel suo complesso. Tanto da convincere l’ex numero uno delle Ferrovie e i suoi collaboratori a congelare la procedura di cessione di Drs, per cui era previsto inizialmente la vendita fino al 30 per cento del capitale, con alcuni fondi di private equity interessati, a cominciare da Carlyle.
Ma sulla scelta potrebbe aver pesato anche le pressioni del governo Usa. Data la delicatezza del business, per gli Usa non è indifferente chi detiene il controllo del gruppo Drs. per questo motivo era stato accolto con favore l’ingresso come socio di maggioranza di Finmeccanica, visto che l’Italia è considerata un alleato affidabile all’interno della Nato e nel Mediterraneo.