Ci è voluta una seduta straordinaria del Congresso per la firma dell’accordo sul fiscal cliff che salva l’America dal baratro fiscale e premia gli investitori che hanno avuto fiducia nell’arte diplomatica di Barack Obama, rieletto presidente degli USA proprio a ridosso della scadenza delle agevolazioni fiscali.
Una seduta straordinaria che si è tenuta alla due di notte, in pratica alle otto del mattino, per chi ha seguito la vicenda in Italia. Il Senato degli Stati Uniti ha approvato un accordo, il primo, che consente di evitare il fiscal cliff. Il baratro fiscale prevedeva tagli alla spesa per 607 miliardi di dollari durante tutto il 2013. Adesso questo scenario è archiviato come un brutto sogno: sono salvi i servizi sociali, la difesa e il settore dell’istruzione.
Il Senato ha siglato l’accordo sul fiscal cliff guidato dalla mediazione di Joe Biden che è riuscito a far digerire anche l’aumento delle imposte per i cittadini americani più ricchi. Ora, in un giorno, l’America ha la possibilità di mettere un punto alla questione fiscale, nella speranza che l’impatto delle operazioni di voto, sui mercati, non siano eccessive.
Il primo gennaio, la borsa americana, è rimasta chiusa per i festeggiamenti legati all’inizio dell’anno. La decisione del Senato è stato accolta con favore del presidente Obama. Adesso si aspetta il responso della Camera.