Chi guadagna deve dichiarare il reddito e pagare le tasse. Una prassi che non cambia per nessuno. Il Fisco non fa sconti neanche a chi svolge un’attività una tantum.
Di conseguenza, neanche le escort occasionali sono esentate dal pagamento delle tasse.
Coloro che svolgono prestazioni occasionali con un cliente abituale, dunque, rientrano nel target di coloro che devono pagare le tasse.
I guadagni ottenuti, pertanto, devono essere tassati come redditi diversi e per tale ragione l’accertamento con il quale l’agenzia delle Entrate ha contestato ad alcuni contribuenti il mancato pagamento Irpef è fondamentale.
A stabilirlo è la Commissione tributaria regionale della Liguria, il corrispondente della Corte d’appello per quanto riguarda le controversie con l’amministrazione finanziaria. La sentenza 44/1/2013 conferma la precedente decisione di primo grado e dà ragione all’agenzia delle Entrate che aveva analizzato redditi e immobili di una donna di nazionalità rumena e si era resa conto di come fossero sproporzionati rispetto a quanto effettivamente indicato nella dichiarazioni dei redditi.
Decisivi sono stati gli accertamenti finanziari, ovvero i controlli sui conti correnti della Escort.
Stiamo parlando di fatti relativi al 2000. All’epoca sono stati rilasciati a favore della donna alcuni versamenti in contante, naturalmente con la lira, su un conto della diretta interessata. Versamenti che la donna non è stata in grado di dimostrare.
Il Fisco ha invece tenuto in conto una dichiarazione raccolta dalla Guardia di Finanza e riportata in allegato all’atto di accertamento. Da quella dichiarazione risiltava, infatti, che un cliente regalava a fronte di incontri con la donna con la cadenza di circa due volte al mese una somma variabile tra un milione e un milione e mezzo di lire.