Nel mercato Forrex l’eurodollaro, che ora è sotto l’occhio dei riflettori, ha mantenuto in questi giorni una prolungata lateralità che poco ha fatto trasparire le aspettative degli operatori. Certo, la mancata discesa del cambio sulla pubblicazione dell’inflazione in qualche modo ha lasciato intendere di come il mercato non si attenda interventismo da parte della BCE. E l’inazione vorrebbe verosimilmente significare un euro ancora forte nei confronti del dollaro e siamo abbastanza confidenti che Draghi si terrà ben lungi dal fare espliciti riferimenti al tasso di cambio, spiega Davide Marone di DailyFx. Sarà lecito dunque attendersi potenziali scenari di iniziale ribasso, laddove si sconta proprio l’eventuale prolungato attendismo, che poi potrà trovare definizione in movimenti rialzisti in grado di trascinare il prezzo ben al di sopra di area 1,38. 1,3850 è il livello guardato a vista.
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Nell’ipotesi ben meno verosimile di una qualche manovra da Francoforte, la reazione sarebbe ribassista con relativo superamento al ribasso dell’area di 1,37 verso quel famoso 1,3640 che comunque potrebbe respingere in maniera violenta il prezzo. Non ci attendiamo invece stravolgimenti sul fronte delle Borse che, per estremizzare la sintesi, stanno seguendo altre dinamiche.
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Le scelte di Draghi avranno un effetto piuttosto limitato e non abbastanza di garanzia verso una vera ripresa del circuito del credito in grado di rimettere in moto il sistema economico nel suo complesso, con l’attivazione della spirale investimenti-occupazione-consumi. Ci duole perciò dirlo, ma è davvero arduo che il governatore Draghi possa stupirci. E almeno non ora. E se dovesse farlo, i potenziali benefici potrebbero essere molto limitati anche se si darebbe un segnale molto forte al mercato. Nei prossimi mesi si concluderanno le procedure di Asset Quality Review delle banche ed è verosimile che la BCE ne voglia attendere il completamento prima di poter agire visto che il sistema creditizio è uno dei nodi problematici del contesto europeo.