La Banca centrale europea (BCE) ha annunciato che interromperà, “temporaneamente”, il programma di QE tra il 22 dicembre e il 1 gennaio 2016 in previsione di una minore liquidità dei mercati nel periodo relativoalle festività natalizie. La Bce intende compensare questa pausa anticipando gli acquisti alle date comprese tra il 27 novembre e il 21 dicembre, in modo da poter sfruttare condizioni di mercato migliori. La Bce si era mossa nella stessa direzione anchela scorsa estate, anticipando gli acquisti alla tarda primavera-inizio estate in modo da evitare le fasi di mercato, tradizionalmente piatte,delle ferie estive.
Sino ad oggi, la Banca Centrale Europea ha acquistato 60 miliardi al mese di titoli, e nella riunione dello scorso 3 dicembre il governatore Mario Draghi ha annunciato l’estensione del programma di Quantitative Easing, la cui chiusura era inizialmente prevista per il settembre 2016, “sino al marzo 2017 ed oltre”, aggiungendo altri 360 miliardi agli iniziali 1.140.
“Senza dubbio fra gli investitori c’è un po di delusione, in tanti si aspettavano un’accelerazione più decisa, con un QE2 da almeno 500 miliardi complessivi – spiegano da Ginevra gli analisti di Geneve Invest, società di gestione patrimoniale indipendente – in modo da riportare l’inflazione in linea. Probabilmente ancora una volta si tratta di una scelta che subisce le pressioni nel board BCE, soprattutto quelle della Bundesbank di Jens Weidmann, ad azioni più decise, che ha più volte dichiarato come, dal suo punto di vista, non siano necessarie ulteriori azioni”.
Oltre alla sosta natalizia ed alla decisione di allungare la fase di Quantitative Easing, la Banca Centrale Europea ha deciso di abbassare il tasso sui depositi straordinari da -0,2 a -0,3% e di lasciare stabile allo 0,05% il tasso di rifinanziamento, insieme a quello sui prestiti, che rimane allo 0,30%. Si tratta di decisioni importanti e che, secondo quanto dichiarato da Draghi “non sono state unanimi, ma sono state prese con una maggioranza molto ampia”, sintomo, ancora una volta, delle resistenze interne al board sul versante tedesco.
“Le scelte relative ai tassi di rifinanziamento e di prestito puntano a creare un ricircolo dinamico del denaro depositato presso la Bce e a sostenere i finanziamenti da parte delle banche – spiegano ancora da Geneve Invest – Si tratta di misure già adottate da Svizzera, Danimarca e Svezia. Per quanto riguarda il taglio del tasso sui depositi invece, stiamo parlandodi una manovra di politica monetaria inevitabile, di fatto è l’unico modo davvero efficace per creare inflazione nel breve periodo, dal momento che va creare le condizioni per un indebolimento dell’euro e, di conseguenza, per una maggiore inflazione importata”.