Germania, approvato il salario minimo per i lavoratori

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 Il governo tedesco ha approvato il disegno di legge che introdurrà in Germania il salario minimo da 8,50 euro l’ora. La legge, predisposta dal ministero del Lavoro guidato dalla socialdemocratica Andrea Nakles, dovrebbe entrare in vigore dal 1 gennaio 2015.

È un provvedimento che ha prodotto molte contestazioni in Germania, dove molti economisti hanno fatto notare il rischio che centinaia di migliaia di posti di lavoro andranno persi. Dal salario minimo restano fuori i disoccupati che non lavorano da più di un anno nei primi sei mesi di reimpiego. Invece la norma sarà valida anche per i diciottenni e per i praticanti nel periodo di formazione.

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Il Mindestlohn (salario minimo), secondo il governo, avvantaggerà circa 3,7 milioni di lavoratori dipendenti. La maggior parte di questi vivono nei Bundeslaender orientali, cioè nell’ex Ddr, dove più di un quarto dei lavoratori dipendenti oggi deve accontentarsi di paghe orarie inferiori agli 8,5 euro orari. Il salario minimo è già per legge in ben ventuno dei ventotto Stati membri dell’Unione europea. In ogni paese ha un’applicazione diversa, sia per le tariffe calcolate sia per i criteri di attuazione.

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La tariffa minima è in vigore in Bulgaria, quella più alta è in Lussemburgo con 11,10 euro orari. Limiti d’età sotto cui si possono dare retribuzioni inferiori al salario minimo sono in vigore ad esempio (25 anni) in Grecia, mentre in Olanda e nel Regno Unito vengono usate paghe inferiori rispettivamente sotto i 23 e sotto i 21 anni. L’introduzione di un salario minimo in Germania è un evento rivoluzionario, per un paese che storicamente ha sempre lasciato le parti sociali negoziare i salari in autonomia.

 

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