L’Italia ha sempre contato molto sul gioco d’azzardo inventando sempre nuovi sistemi per garantirsi introiti di riguardo e il volume d’affari, come già indicato in un altro articolo, è ancora parecchio importante. Tuttavia bisogna tenere conto anche delle osservazioni di chi lo vede in declino?
Secondo l’ad di Codere Italia Alejandro Pascual Gonzales intervenuto nel corso di un dibattito a Milano sulla tutela del gioco lecito e responsabile:
“Negli ultimi anni l’inasprimento dell’esercizio della nostra attività collegate da una parte all’incremento delle tasse che stanno annullando la marginalità del nostro settore e il crescere di regole regionali e comunali che stanno creando l’espulsione del gioco legale dalle città, creano una situazione di incertezza e di criticità per futuro che si può concretizzare nell’espulsione del gioco legale con il rientro dell’attività illegale”. Tutta questa incertezza si traduce, per una multinazionale come Codere “nell’impossibilità di fare un business plain per i prossimi tre mesi. In Spagna -aggiunge il manager- faccio addirittura fatica a spiegare agli azionisti cosa accadrà a fine anno. Con la legge di stabilità, poi, c’è il rischio che il nostro settore affondi”.
I dati usati per articolare questa analisi sono quelli forniti anche dall’Adnkronos che racconta:
Il gioco d’azzardo in Italia è a rischio. Comparto da decine di miliardi l’anno, 84 nel 2014 con un gettito di quasi 8 mld all’erario, il settore soffre l’assenza di un quadro normativo valido per tutto il territorio, l’aumento dell’imposizione fiscale e degli oneri accessori quasi da accanimento sistematico che mettono un dubbio la permenenza, in Italia, anche di un colosso come Codere, la multinazionale quotata a Madrid che gestisce più di 53.000 terminali gioco, 180 sale e occupa più di 17.000 persone in vari paesi. Nel nostro paese è approdata con il Bingo nel 2000, ha fatto investimenti importanti ma che ora rischia di affondare .