Non si può dire che i contribuenti non vogliano pagare l’acconto se per caso fanno ritardo oppure devono avvalersi del ravvedimento operoso. Può capitare infatti che delle novità a livello normativo, abbiano determinato il ricalcolo dell’imposta.
Un’utile guida dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato cos’è l’acconto di novembre, chi deve pagarlo e chi no, i termini del pagamento e le sanzioni previste per chi arriva alla cassa con un calcolo errato o con un po’ di ritardo.
Per i ritardatari, purtroppo, non abbiamo alcuna giustificazione, mentre possiamo scagliare una freccia a favore di chi è stato costretto a ricontare l’acconto. Tutto parte dalla manovra di ferragosto del 2011, passata agli annali come Decreto legge n. 138 del 2011.
Questo decreto legge, infatti, ha introdotto diverse novità riguardo la tassazione, soprattutto in riferimento alle società non operative, vale a dire alle società di comodo e a quelle in perdita sistemica.
Se si verificano alcune condizioni, dunque, l’Ires che si deve versare nell’acconto è leggermente più alta e pari al 38 per cento dell’importo dovuto. Le nuove norme introdotte dalla manovra di ferragosto prevedono che si possa applicare una maggiore imposta a partire dall’anno successivo a quello dell’entrata in vigore della legge, quindi proprio nel 2012.
Gli acconti delle società devono quindi essere ricalcolati applicando l’aliquota maggiore al dato storico.