Il mercato immobiliare sta ottenendo dei risultati positivi ma per il momento la ripresa è slittata a data da definirsi. Di positivo c’è l’aumento delle compravendite nel primo semestre del 2014, di negativo, l’aumento dell’indebitamento delle famiglie.
Le compravendite, nel primo semestre del 2014 sono cresciute ma gli esperti non parlano ancora di ripresa. L’inchiesta che ha portato alla luce questi dati positivi è quella trimestrale realizzata dalla Banca d’Italia, da Tecnoborsa e dall’Agenzia delle Entrate. Il problema è che a fronte di questo dato positivo si deve prendere nota delle stime al ribasso sul PIL e dei tassi d’interesse ai minimi storici.
> Aumentano le compravendite immobiliari in Italia nel primo trimestre del 2014
Dopo tanti trimestri in calo, le compravendite sono finalmente in crescita dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2013 ma la luce in fondo al tunnel è sfocata. È positivo anche il movimento del settore immobiliare commerciale e di quello residenziale che segnano rispettivamente il +4,7% e il +4,1%. Allora perché gli esperti sono cauti nel dare giudizi a riguardo?
> L’Italia non conseguirà gli obiettivi governativi sul rapporto deficit/Pil
Per il fatto che gli italiani hanno dimostrato di voler risparmiare a tutti i costi e molti rogiti previsti nel 2014 sono stati fatti slittare consapevolmente per pagare un’imposta di registro più bassa. E poi c’è lo stato di salute dell’economia tricolore.
Il PIL, infatti, è diminuito dello 0,2% rispetto al primo trimestre ed è diminuito dello 0,3% in termini tendenziali. Le banche continuano ad applicare tassi d’interesse bassissimi e questo determina un aumento del valore residenziale delle case. Il debito delle famiglie non diminuisce alla ripresa dei prezzi e questo rende ancora più complicato l’accesso al credito.
> Scadenze fiscali, Unico 2014, Tasi, Imu, Tari, 730 2014. Le forme rateali e i costi
La pressione fiscale sul comparto immobiliare e gli scarsi segnali di ripresa degli altri settori dell’economia completano il quadro. C’è da tenere quindi sotto controllo l’atteggiamento delle banche rispetto alle famiglie che chiedono un mutuo e i movimenti che il governo farà in materia di delega fiscale. La cancellazione dell’IMU sembra stata una strategia di facciata e l’incertezza sulla TASI lo conferma.