Un libro molto interessante che sta facendo scuola nel settore economico, è stato pubblicato da Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff. Si chiama “Crescita in tempo di debito” e spiega che quanto più è alto il debito pubblico di un paese, maggiore è la possibilità che cresca economicamente con percentuali irrisorie.
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Secondo l’analisi svolta da questi economisti, già 3 anni fa, i paesi che hanno un debito pubblico superiore al 90 per cento, hanno tassi di crescita dell’1 per cento più bassi dei paesi con il debito pubblico inferiore alla quota indicata.
Il tasso di crescita dei paesi dove il rapporto tra debito e PIL va oltre il 90%, è praticamente negativo. Questa regola, provata empiricamente, è stata usata come cavallo di battaglia da tanti economisti avversi alla crescita del debito pubblico. A livello politico, tale “teoria” si traduce in una battaglia contro il debito che dovrebbe avere come “effetto di secondo livello”, la crescita dell’economia.
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Si tratta di una situazione ormai irreversibile? Non proprio, anche se molti economisti giurano che la correlazione tra crescita e debito pubblico sia inversa, nel senso che non è il debito a determinare una crescita negativa ma è la crescita economica limitata a favorire l’incremento del debito pubblico.