Sarà finalmente possibile andare in pensione a 62 anni senza che ci siano penalizzazioni ma con il massimo della contribuzione richiesta raggiunta: questa l’ innovazione sulle pensioni approvata insieme alla riforma della P.A., primo passo, con l’emendamento Quota 96 per la scuola, verso il cambiamento del sistema previdenziale italiano. Tale misura è stata approvata per il pubblico impiego, ma questa sicuramente diventerà una norma che andrà estesa anche ai lavoratori privati, probabilmente con la prossima Legge di Stabilità 2015, al fine di evitare di creare discriminazioni e conseguenti contenziosi e ricorsi.
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Con la nuova norma ci sarà la possibilità di andare in pensione anticipatamente per i dipendenti pubblici a 62, o anche prima, a patto che abbiano raggiunto il massimo dei contributi, e quindi 42 anni e sei mesi per gli uomini e 41 anni e sei mesi per le donne, senza che ci sia alcuna penalizzazione sull’assegno finale, come invece succede oggi. La legge Fornero ha difatti fissato decurtazioni in percentuale in base all’anno in cui si stabilisce di uscire prima rispetto alla soglia fissata dei 66 anni. Il requisito anagrafico aumenta invece a 68 anni per professori universitari e primari e a 65 anni per i medici.
Ritoccate anche altre norme sulle pensioni, a cominciare da quelle sul trattenimento in servizio, per cui è stato confermato per i magistrati l’abbassamento dell’età pensionabile da 75 anni a 70 anni a iniziare dal 31 dicembre del 2015. Inizia da subito, e non più come dapprima previsto dal 2015, l’abbassamento dell’età per i militari, che, invece, potranno continuare ad essere richiamati in servizio anche dopo aver maturato requisiti pensionistici.