Ultime ore di tempo per le offerte vincolanti da parte dei soggetti interessati, soprattutto fondi americani, ad acquisire le “nuove” Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti.
Alla mezzanotte di oggi, mercoledì 20 luglio, scade il termine ultimo per presentare le proposte definitive di acquisto delle quattro banche risanate sulle ceneri dei precedenti istituti, quella decretata nel novembre scorso e che ha notoriamente implicato il coinvolgimento di azionisti e obbligazionisti subordinati. Quanto di buono c’era in quegli istituti è stato trasferito a queste nuove entità, affidate alle cure del banchiere Roberto Nicastro con l’obiettivo di trasferirle a una nuova proprietà.
Dal punto di vista industriale, alcuni passi in avanti sono stati fatti e si sono visti nel rosso del primo trimestre (aggregato a 49 milioni), in miglioramento dai risultati della fine dello scorso anno e inferiore alle attese. Tuttavia l’obiettivo primario rimane la loro cessione, fondamentale perché il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd, intervenuto massicciamente in un’operazione da 4 miliardi) rientri almeno in parte dell’esborso originario. Al tempo del salvataggio, iniettò 1,8 miliardi di liquidità per ricostruire i patrimoni, poi svalutati a 1,4 miliardi. Da spesare c’è soprattutto il prestito da 1,65 miliardi organizzato da Intesa Sanpaolo, Ubi e Unicredit della durata di 18 mesi, necessario per reperire subito le risorse essenziali per procedere con la ristrutturazione.
Proprio il prezzo di vendita delle quattro “good bank” è ora l’ago della bilancia nel processo. Gli interessati all’acquisto sono emersi nei giorni scorsi dai resoconti di stampa: rispondono ai nomi dei tre private equity americani Apax, Lone Star e Apollo, con questi ultimi (già vicini infruttuosamente alla Carige) dati in vantaggio.