Dopo il giuramento, il nuovo ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni è già a lavoro. Le idee sono già abbastanza chiare. Saccomanni vuole fare leva sulla crescita, puntando sul coinvolgimento di consumatori, banche ed imprese.
Il suo obiettivo è quello di destituire il Paese da ogni stato di incertezza di natura psicologica. Uno stato particolare che fino a questo momento a costretto tutti i soggetti economici a diventare attendisti. Morale: nessuno investe, crollano i prestiti e di conseguenza i consumi. Nel frattempo la recessione continua senza alcun freno a fare il proprio lavoro ‘sporco’.
Recuperare la fiducia
Per Saccomanni occorre senza dubbio porre riparo a questa situazione. Come? Tramite le linea guida di lavoro elencate nel programma. Il nuovo ministro dell’Economia è più che mai convinto che si ha bisogno di “uno sforzo congiunto e ben organizzato da parte di tutti al fine di ripristinare il bene prezioso della fiducia”.
Saccomanni, dunque, punta a dare manforte alle aziende e alle fasce più deboli della cittadinanza mediante una ricomposizione del bilancio pubblico. Oltre a ciò, il ministro vorrebbe un contenimento della pressione fiscale tramite un taglio della spesa attuale. Se riuscirà in questo scopo, lo spread, che sempre di più è l’indice numero uno dei malesseri nazionali, potrà scendere a quota 100.
Da risolvere c’è inoltre la questione Def, con la quale il governo ha indicato le linee di sviluppo della politica economica e in Parlamento c’è chi spiega che non avrebbe senso approvarlo senza un confronto con il nuovo governo, a partire dalla recente correzione del governo uscente: che ha reso l’Imu permanente mentre nella prima versione aveva un carattere sperimentale fino al 2015.
Vi saranno inoltre altri nodi da sciogliere: tra questi le emergenze sociali, dall’eterna questione esodati al problema del reperimento delle nuove risorse per il finanziamento della cassa integrazione in deroga la quale sta per scadere, al problema Tares al congelamento dell’aumento Iva previsto a luglio.