Cancellata del tutto l’ipotesi di non tassare redditi inferiori a 12.000 euro, pareva potesse esserci un margine di discussione su delle modifiche da introdurre nella nuova Legge di Stabilità che avrebbero interessato le pensioni, dal freno all’aumento dal 27 al 28% dell’aliquota contributiva per le partite Iva; alla prospettiva di sostituire la cassa integrazione in deroga con l’ andare in pensione a 62 anni, invece che a 66 come stabilito dalla legge Fornero; allo sblocco della rivalutazione dei redditi da pensione superiori a circa 3.000 euro al mese; a possibili misure per determinate categorie di lavoratori, come precoci e usuranti.
Ma tenendo conto dei tagli che si stanno concludendo nel programma di spending review al’orizzonte non c’è niente di positivo. Carlo Cottarelli commissario alla spending review ha infatti annunciato tagli che colpiranno quasi ogni comparto, a partire dalle auto blu, comparto in cui si può fare ancora moltissimo, alle pensioni d’oro, che dovrebbero far diminuire il cuneo fiscale, al pubblico impiego.
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E sulle pensioni alla domanda: “Il Paese si può permettere di pagare pensioni e retribuzioni molto elevate quando abbiamo pensioni molto basse e tasse sul lavoro molto alte?”, Cottarelli ha risposto: “E’ un tema importante e bisogna lavorarci con attenzione visti anche i problemi di costituzionalità già sollevati”. L’obiettivo della spending review sarà tagliare 32 miliardi in tre anni.
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Da questo programma emerge che sarà piuttosto difficile che, colpendo anche il mondo delle pensioni, possano essere agevolati quei lavoratori fra precoci ed usuranti che da mesi avevano avanzato la richiesta di andare in pensione con le vecchie regole. Il governo non ha disposizione risorse per poterselo permettere.