Ritornano anche in questi giorni di nuovo di grande attualità le vicende d’oltremanica, a cominciare dai dati sull’Inflazione del Regno Unito che su base annuale è attesa come da dato precedente al 2%.
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Abbiamo già nei giorni scorsi ampiamente discusso a proposito del clamoroso miglioramento occupazione in Gran Bretagna, che ha sorpreso gli stessi policy maker i quali si sono ritrovati a dover ammettere l’allontanamento della situazione reale rispetto alle aspettative, senza che però per ora ciò abbia portato a modifiche della forward guidance della BoE che ha già comunicato che il tasso di interesse di riferimento resterà su questi livelli ancora a lungo. Ciò non ha comunque impedito fortissimi apprezzamenti del pound che su un dato superiore al 2% (ed è lecito attenderselo) potrebbe trovare nuovi spunti di rafforzamento per nuovi massimi contro il dollaro americano e ritorni importanti su livelli sostenuti contro le altre major.
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GbpUsd: massimi dal 2009 dunque per la sterlina contro il dollaro americano. Molto significativo il grafico a 4 ore che in prossimità della soglia di 1,67 fa passare la media mobile esponenziale a 21 periodi che sembra aver già perfettamente funto da resistenza dinamica per ripartenze verso il primo livello a 1,6750 che, se violato, può ricondurci sui massimi oltre 1,68. Forte dunque l’area di supporto compresa tra 1,67 e 1,6675, dal cui superamento passano le discese verso 1,6625.
EurUsd: potremmo quasi fare un copia ed incolla dell’analisi fatta ieri in quanto il cambio principe non ha praticamente fatto registrare variazioni significative di prezzo e del quadro tecnico più generale. La candela giornaliera sviluppatasi ieri ne è dimostrazione ufficale; ci troviamo dentro il canale rialzista dai minimi di inizio mese, con dei tentativi di divergenza regolare ribassista tra prezzo ed oscillatore stocastico che sono andati svilendosi sui minimi crescenti della price action che, venendo al grafico orario, resta congestionata tra l’1,3690 e l’1,3720. Appare perciò sensata un’operatività in stop entry, laddove comunque non appaiono troppo significativi i market mover riguardanti l’euro. Eventuali strappi al rialzo, previo il livello di 1,3730, potrebbero condurci nuovamente ad area 1,3765, mentre al ribasso è ben individuabile il livello di 1,3650.